Il giorno 14 giugno è la festa “dei donatori e delle donatrici di sangue”. In particolare quest’anno la
ricorrenza è stata particolarmente importante in quanto si festeggiava il 50°; pertanto sono state invitate
diverse autorità del Policlinico, i donatori storici che hanno effettuato nel corso della loro vita 100
donazioni per gli uomini /50 donazioni per le donne, i Carabinieri, gli Alpini e i Volontari che lavorano
presso il padiglione Marangoni.
Io collaboro da 15 anni con i donatori del Policlinico, ovvero da quando il Liceo mi ha nominata
responsabile del “Progetto Salute”. Inizialmente i ragazzi venivano in autonomia ma, da quando li abbiamo
accompagnati noi docenti e siamo rimasti con loro per tutto il tempo della donazione, il numero dei
partecipanti è sensibilmente aumentato in quanto hanno sentito la reale partecipazione al loro gesto da
parte dell’insegnante e hanno attribuito più valore alla loro presenza. Ai ragazzi bisogna trasmettere
ENTUSIASMO e far capire quali sono le cose che valgono, perché gli adolescenti vogliono fare qualcosa
d’importante, qualcosa che abbia un senso, ma spesso si perdono per impervi sentieri. Se, però, un ragazzo
capisce che donando una parte di sé -il sangue che è vita- può aiutare davvero tante persone, allora si
mette in gioco anche se ha paura dell’ago perché sa che se ce la farà a vincere quella paura, potrà vincere
anche tante altre battaglie. E’ una sfida con sé stessi. Ho visto la soddisfazione dei ragazzi negli occhi di chi
ha donato. E poi c’è il gruppo che ti dà forza e ti sostiene. E i Volontari e le Volontarie che hanno stabilito
con i ragazzi una particolare EMPATIA sensibilizzando i ragazzi con parole semplici ma vere: importanza
della GRATUITA’, consapevolezza di un gesto che ha VALORE, soddisfazione psicologica e CURA della
propria salute.
Quanti ragazzi sono stati richiamati per segnalare loro delle patologie di cui non erano a conoscenza.
L’efficacia della COMUNICAZIONE degli operatori, ha portato in sala prelievi anche due colleghe, non più
giovanissime, che hanno fatto la loro prima donazione.
Insomma : non è mai troppo tardi.
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